Piedi

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Effetti collaterali alla notizia di trasferimento

sabato 7 dicembre 2013

Z is for Zumba


E' ricomparsa la fragola, puntuale poco prima della partenza, ormai due settimane mi paiono un lampo, e' spuntata su tutti i versanti.
Ho stipato la prima valigia, quella arancione grande. Secondo i piani avrei dovuto magicamente far stare  i regali di Natale e i vestiti di Maria, in pratica pur pressandoli sino a ottenere il  sotto vuoto i "presenti" non han voluto collaborare, qualcuno si è rifiutato di star li dentro. Avrò esagerato? E' che quando sei via lontano il sentimento di nostalgia crea effetti collaterali non facilmente identificabili. Così ho comprato pensieri anche per la panettiera, il benzinaio, il postino, cosette per carità ma senza dubbio tutte di un irragionevole volume. Colpa dell'espatrio.
Marito dice che non è affatto così, ero tale e quale anche prima di esser esposta a tanto inquinamento, tale e quale prima di aver partorito anche se amo dire che la gravidanza mi ha fatto crescere di una misura i piedi e modificato nell'umore ormai perennemente ondivago a seguito delle tempeste ormonali da gravidanza.  Ho sempre comprato, dimenticato di aver già comprato, e così ricomprato. A dirla in 'sto modo sembro una di quelle donne malate di shopping. La questione e' molto diversa, più complicata e meno banale.
Diciamo che tanto mi piace il Natale quanto non sopporto andare ad acquistare i regali nel mese di Dicembre quando le commesse sono isteriche e i clienti, come me, disorientati e lenti nel prendere una decisione anche solo di fronte a Barbie modella o Barbie regina delle sfilate ( che poi sono due isteriche  uguali, magre da paura, sempre pettinate e maleducatamente giovani).
Così da anni ormai ho messo a punto una strategia natalizia che mi pare geniale, seppur con qualche falla, ma pregherei chi ha adottato ulteriori tattiche di farsi vivo. E' risaputo che adoro dare e ricever consigli (soprattutto la prima ma non andiamo per il sottile che siamo in tempo d'Avvento ed è meglio far brillare i propri doni).
Bene, io compro i regali di Natale ad agosto. Avete capito bene, quando la moltitudine fa corpo morto con l'asciugamano sulla spiaggia io vado incerca di regali.
Mi piace da pazzi pensare alle persone a cui voglio bene con calma, acquistare  pareo pensando a Sandra, quadernetti in stoffa pensando ad Amica, t shirt per Betta e Franci i miei nipoti, smalti per mia mamma,   infradito per Marito, tisane e miele per Alberto, collanine per Polpetta e poi una miriade di altre cosette di cui le persone a me care sono certa non potranno fare a meno!
Pare evidente che spesso si tratti di regali estivi ma nessuno fino ad oggi si è mai lamentato. Vuoi metter ricevere un cappello di paglia in inverno? Non te lo aspetteresti mai.  Roba da rimanere a bocca di traverso per un'ora. E' così che rendo magico il Natale io!
La fregola ha colpito anche il versante scrittura. Una mattina mi son svegliata prestissimo col desiderio di riprender in mano una trentina di pagine scritte prima di partire. Si tratterebbe di un romanzo.  Non certo  di trenta pagine quindi il desiderio, un tantino sopra le righe, era di finirlo.
Erano le cinque e mezza quindi avevo un'ora di tempo prima che l'ingombrante famiglia comparisse sulla scena della cucina affamata.
Dopo una breve ricerca in punta di piedi per non destare il branco che dorme il "romanzo" compare ! Infilato sotto i documenti di Marito era li che aspettava il risveglio dal coma a cui l'avevo indotto.
Appena il tempo di rileggere qualche pagina, tra l'altro affatto male, che sento un urlo dalla stanza di sopra. Pur essendo una madre distratta ahimè non sono sorda. Quindi corro da Polpetta e la trovo spiaccicata a terra, volata dal letto. Come una sanguisuga mi si avvinghia in un abbraccio mortale, non c'è' verso di calmarla figuriamoci di convincerla a riprender  sonno.
E' chiaro che il magico momento per la scrittura e' terminato. Inferocita come un puma scendo di sotto e sbatto sul tavolo le tazze da colazione (lo ammetto non ero per nulla felice per cui anziché canticchiare come la signora del Mulino Binaco volevo ringhiare , quindi sbattere le tazze era il minimo). Sono le sei, venti minuti prima della sveglia ufficiale. La sanguisuga ha già dimenticato il brutto sogno terminato con capitombolo ed è pronta ad andare in onda con le sue tremila richieste quotidiane.
Vuole fare i compiti assegnati per il fine settimana. Io no, e' ovvio, ma vuoi smorzare cotanto nobile desiderio?
Raccolgo tutto l'entusiasmo possibile in un fintissimo sorriso che sembra più una paresi mandibolare e procedo. 
Cosa facciamo Polpi?
Mamma i compiti li devo fare io! Tu stai li e mi guardi ok? Bevi il caffè.
Ma si, era per dire! Lo so che i compiti sono tuoi.
Bene, devo trovare le words.
Ahhhh, quali tesoro?
Mamma te l'ho già detto da tutta la settimana. Devo trovare una word per ogni letter.
Ah, l'alfabetiere! 
No, non si chiama così. Non importa mamma faccio io. Guarda che noi non andiamo in order, lo sai che la maestra doesn'care (abbiamo opinioni diverse a riguardo e la principessa etiope mi mette in guardia dal romper le balle sull'ordine)
Inizia un esilarante elenco di parole che costituiscono il suo mondo così diverso dal mio che mi fa sorridere da quanto sono antiquata nell' aver pensato di suggerire:

A come Apple 

B come Banana

C come cat

Ecco il suo mondo, parole della generazione 2000:

I is for i pad
S io for soya
A is for app
O is for omeopatic remedy

Mi fiondo a prender una penna, non un computer, una penna perché io sono della generazione del 1900 e annoto immediatamente tutto ciò che esce da quella boccuccia sapiente. Volevo idee per scriver qualcosa di nuovo ed eccole qui, servite a colazione da mia figlia. 
Il "romanzo" ahimè perderà di nuovo i sensi per un po'. L'alfabetiere moderno necessita di esser pubblicato!
Ora si tratta solo di trovar l'illustratore....chi si offre?