Piedi

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Effetti collaterali alla notizia di trasferimento

mercoledì 7 ottobre 2015

Sri Lanka Mon Amour

Come sempre non sarei partita, neppure questa volta. Neppure se la meta era lo Sri Lanka. 
Odio fare le valige, soprattutto se devo ridurre la scelta a quanto sta pigiato in un trolley, affidarmi ad un pilota che intravedo mentre si imbarca di sfuggita cinque minuti prima di esser trasportata a gambe all'aria, mangiare il cibo dell'aereo che se va bene sa di plastica fusa, arrivare in un paese accolta da una pioggia che in cinque secondi  marcisce le uniche scarpe che ho portato. Non sono un genio nel prepara i bagagli!
Lo so bene che sputare sulla possibilità di fare una vacanza e' indecente ma non posso descrivere ciò che per me non è, almeno dal  punto di vita emotivo.
Posso però dire che a parte le fatiche caratteriali lo Sri Lanka poco alla volta mi ha conquistato. E lo ha fatto soprattutto tramite le persone che ho incontrato. 
Sarei rimasta ore a parlare con la signora in spiaggia che cuce copriletti di seta che non servono a nulla se non a farti sospirare per tanta bellezza. Messi sul letto infatti scivolano da tutte le parti ma pazineza! Ovviamente  ne ho acquistati un paio che userò  come regali di Natale o come ho detto a Marito come corredo per Maria. Non avevo altre scuse e mi pento di non averne comprati una montagna per tutti i figli dei nostri amici. Dispiaciuti eh? Motivo per tornare in Sei Lanka!
Anche con il ragazzo che assomigliava sputato a Tarzan e portava la sua barca sul fiume nel safari come se fosse la cosa più naturale del mondo per veder i coccodrilli avrei voluto chiacchierare fino a sera invece di poter solo scorgere nei suoi occhi pezzetti di quella vita così selvaggia. Mannaggia a non saper il cingalese! Sicuramente  lui vedeva senza sbagliare nei miei il terrore di finire giù dalla sua leggerissima canoa che poi è un attimo e zac...sei finito. Questi erano i miei pensieri mentre scivolavamo in mezzo a cotanta natura. Pensieri di terrore perché mentre ci indicava i piccoli alligatori appena nati io mica mi intenerivo. Pensavo infatti ai loro genitori, dove si nascondevano? Saranno  mica stati tutti orfani no? E i miei figli giù a ridere come matti dei miei pensieri mortiferi...
Mi porto dentro lo sguardo ancora di pena, nonostante siano passati più di dieci anni, e le parole di riconoscenza per gli aiuti ricevuti, dell'amico locale che ci ha raccontato lo tsunami portandoci a pregare un attimo al memoriale costruito nel punto in cui il mare ha travolto sessantamila persone.
Di questo popolo mi è rimasta dentro la meraviglia del sorriso sincero e contento di incontrare lo straniero, di conoscere un pezzetto di mondo attraverso i nostri racconti, l'ammirazione per quella camminata lenta e sensuale che li contraddistingue, perché nessuno li e' malato di stress e non c'è bisogno di correre e l'autostrada che è una sola la percorriamo solo noi viaggiatori perché loro si spostano con calma perché il paesaggio e' più bello. Il colore della pelle e dei capelli così neri che di notte, sotto la luce della luna, sembrano striati di  blu come le code dei pavoni che numerosissimi abitano il paese.  L'odore di cannella e cardamomo che esce dalle pentole di improvvisate cucine nei villaggi costruiti lungo le rotaie del treno. Il rapporto giocoso che hanno con le onde dell'ocean che seppure li abbia traditi mortalmente offre a tante semplici famiglie la possibilità di correre coi loro figli  sulla spiaggia a non farsi prendere.
Il resto, gli elefanti, i templi le scimmie, più numerose di quanto potessi immaginare, il cocco le  città coloniali e le spiagge si possono facilmente immaginare e leggere sulle guide. 
Mi rimane infine un senso di profonda gratitudine perché il viaggio mi ha permesso di confrontarmi con la dimensione del coraggio, che è innata, e di cui sono poco provvista per natura, ma anche con la dimensione della socialità che invece mi appartiene e mi ricolma ogni volta che torno da un luogo di ricordi capaci di modificare la mente. 
Dovrei ricordarmene quando faccio le bizze per non partire! 

venerdì 18 settembre 2015

Espreso con late?

Eppure non dovrei più stupirmi. Non dico di nulla ma di certo non di una zampa di gallina posata accanto al  caffè. Eppure accade ancora. Mi chiedo fino a quando l'asiatico mondo, cinese nello specifico, perché se accorpassi i singaporegni o gli honkonghesi sarebbe un errore madornale, continuerà a provocare nel mio cervello quel provvisorio stato di disorientamento che si fionda dritto negli gli occhi provocando uno spalancancamento degno di quelli di ET.
Eppure stamattina e' accaduto di nuovo. Ero al supermercato, felice e abbastanza in equilibrio da spingere il carrello seguendo una meta precisa e non vagabondando come una paziente di un reparto psichiatrico (ogni tanto accade lo ammetto) quando ho avuto il desiderio di prendere un caffè. 
Mi sono ricordata che pochi giorni prima, per puro caso,  avevo scoperto che nel "ristorantino" del piano di sopra, in un infinmo angolino, si nascondeva una signorinetta in grado di preparare un caffè capace di teletraspore la mia persona in Italia per qualche nano secondo.
Certo sto esagerando perché nell'infimo angolino di cui sopra le narici non si riempiono affatto di quegli effluvi zuccherosi provenienti da croissant tiepidi, ne' le orecchie si possono beare del tipico ticchettio dei cucchiaini da caffè che noi italici sappiamo far danzare nella tazzine di ceramica come dei coreografi. 
Comunque chiudendo gli occhi ben bene il gusto del contenuto nel bicchiere di plastica e' abbastanza simile per cui anche solo per un breve minuto d'illisione ho deciso di lasciare a metà la spesa e avventurarmi nell'infimo angolino. 
Ho attraversato i tavolini del ristorante già operativo nel servire verdure saltate alle 10,30 di mattina e ho cercato la signorinetta. Grazie al cielo era lì alla cassa che mi sorrideva. 
"Espreso con late?" Fa con un accento degno di quello mio nella sua lingua  per cui mi sento autorizzata a proseguire nei miei strafalcioni cinesi.
"Si poco poco grazie" (che qui te ne mettono sempre un litro).
"Oggi abbiamo le zampe di gallina se vuoi"
"No grazie prendo il caffè va benissimo. Avete i cucchiaini?"
Non risponde...ma riprende:
"Ma le zampe sono fresche"
"Eh si ci credo solo che con il caffè...?"
"Costano poco sai?"
"Le ha lavate mia sorella in cucina"
(Ah beh, una garanzia penso!)
"Va bene allora oggi te le regalo io" sorride tutta contenta mentre posa le zampe alla destra della tazzina. 
Che dire ...le uso come cucchiaino?


domenica 13 settembre 2015

Happy Wife Happy Life! A volte....

Non è che mi piaccia rendermi ridicola, affatto. Ma siccome ho deciso di raccontantare un po' di  Cina attraverso le esperienze che vivo quotidianamente nel paese dei noodles anche questa volta mi devo esporre al ludibrio. 
Bene, o meglio male. Stavo infatti di nuovo un po' maluccio col dolore alla testa da qualche tempo, che per di più dopo le vacanze si è presentato in compagina di un' altra poco simpatica compagna. La fascite plantare! Si concordo, il nome e' curioso e secondo Marito mi piace soffrire di malattie originali a volte incurabili. Sorvoliamo...
Con ben due validi motivi per richiedere  l'intervento dell'assicurazione sanitaria stavolta mi sentivo degna di esser presa in carica. Peccato che a me piaccia soprattutto la medicina alternativa e questo non sposi la policy dell'assicurazione sottoscritta  dalla nuova svizzer azienda per cui Marito lavora. 
Ma tant'è "Happy Wife Happy Life" quindi il coniuge non ha ribattuto più di tanto sul fatto che anche stavolta la dovremo pagare di tasca nostra la terapia.
Non è colpa mia se gli svizzeri stentano a creder che due aghi ben messi tra le caviglie ed uno in mezzo alla fronte ti faccian scender la febbre in men che non si dica o che l'intruglio di funghi neri macerati possa far passare le paturnie anche alla moglie più inferocita del pianeta. Non è' il mio caso, non ancora almeno!
Ora,  uno che legge questo blog da un po' di tempo tenderebbe a pensare che mi sia rivolta al dottor Kim o alla dottoressa Zhong di cui ho tessuto le lodi più volte in passato ma non è così. Non che me la sia andata a cercare stavolta ma l'occasione di provare l'ennesimo nuovo medico tradizionale cinese  mi è proprio caduta nel piatto. 
Stavo infatti parlando dei miei nuovi e vecchi dolori con l'amica vicina di casa giapponese quando guarda caso questa mi dice che il suo german marito aveva appena trovato il sancta sanctorum dei guaritori. Vuoi non provarlo e rischiare di offendere il suggerimento del tedesco? 
Neanche a pensarci che mi trovo già al telefono a prenotare la visita da medico/guru tale dottor Xia'.
La famiglia e' un po' perplessa all'idea che la mamma riprenda magari a bere le schifezze puzzolenti e ad assentarsi per la cura ma il fatto che l'ospedale si trovi a pochi minuti da casa gioca un ruolo decisivo,  e le distanze non son bazzecole qui a Shanghai, qualunque spostamento si organizzi di effettuare.
Così sabato mattina mi trovo puntuale per il mio trattamento nell'ingresso super bianco marmorizzato dell'ospedale vicino casa. Ad accogliere i pazienti all'ingresso dell'imponente struttura un bancone in radica dietro cui recitano tre simpatiche signorine vestite da infermiere. Che poi lo siano per davvero infermiere sarebbe da verificare ma diciamo che se l'abito fa il monaco loro sono entrate nella parte pur facendo le receptionist.
E qui inizia l'esperienza a tratti alluCINAnte a tratti surreale che non potevo non condividere. La prima si alza e mi sorride, la seconda mi dice benvenuta e la terza mi dice di andare al secondo piano. Ora che in Cina siano in tanti e che tutti abbiano diritto ad uno straccio di lavoro mi era chiaro ma le tre Qui Quo Qua al femminile sono un tantino eccedenti il fabbisogno di qualunque paziente.
Le ringrazio non sapendo bene chi guardare negli occhi ma aggiungo che io devo andare al terzo piano. E mentre mostro il cellulare col messaggio del medico che dice chiaramente "3rd floor " le tre signorine in un improbabile rosa divisa mi attorniano gentilmente prendendomi il telefono dalle mani e iniziando una conversazione tra loro che le vedrà occupate per circa una ventina di minuti  al termine della quale compare dal nulla una quarta figura che conclude "grazie signora allora vada pure al secondo piano, abbiamo l'ascensore". 
A quel punto provo a ripetere il cognome del medico con un lieve accento diverso, non che sia possibile un  gran margine di errore se devi pronunciare una nome di tre lettere ma non si sa mai, tentare non nuoce. Nulla, la mia pronuncia non sortisce nuovi effetti, il volto delle tre rimane  impassibile, come paralizzato in una smorfia ebetemente sorridente.
Ora vorrei dire, che l'ascensore lo abbiate lo intuivo, e' enorme, fatto di specchi ed anzi ne avete ben due vedo  a circa un metro da me, grazie! Io so che devo andare al terzo piano perché me lo ha scritto il dottore in persona vorrei urlare ma siccome non ho intenzione di star qui fino a lunedì che poi inizia la scuola e devo prepar la colazione ai miei tre figli che al mattino si svegliano ogni giorno come  se fossero usciti dal letargo e non so perché ma mangiano come dei dannati, sorrido, gentilmente  mi riapproprio del mio telefono e decisa salgo. Ormai non sono più una novizia di questo paese penso tra me e me, so come ci si comporta, bisogna avere spirito di decisione se non si vuol perder tempo in lungaggini inutili.
Faccio come voglio io e vado al terzo piano, sia chiaro. 
Le porte dell'ascensore si aprono su un altro mega ingresso che si affaccia su un lunghissimo corridoio  buio. Nessuna indicazione o traccia di esser umano nei paraggi. Un po' in ansia e percorro il corridoio sino a quando una fioca luce appare, e' lo studio del dottor/guru Xia'!
Sospiro di sollievo ma per pochi minuti. Compare da sotto la scrivania la segretaria, parla solo cinese. Stava dormendo? Mah...di solito si ripiegano sul tavolo  ma magari questa ha abitini diverse, vallo a sapere. Fa una certo numero di telefonate un po' trafelata e poi compaiono incolonnati  il dottore con un'altra infermiera che avanzando con passetti piccolissimi come se fosse una geisha lo segue. La faccia del guru e' simpatica, bene. Io parlo in inglese più due parole di cinese e lui mi risponde in inglese. La segreteria traduce il mio inglese al dottore. La scena e' strana. Avete capito bene, lui l'inglese lo sa. Quello che non è chiaro e' come sappia rispondere ma non comprendere...Dal momento che mi si rivolge in inglese dovrebbe capire penso...ma anche questo fa parte del pacchetto Cina. La segretaria, sta poveretta dovrà lavor pure lei no?
Inizio con raccontare del piede, della terribile fascite che da marzo scorso mi tormenta ma subito lui mi ferma. Non la cura. L'infermiera ripete il concetto da lui perfettamente espresso con un inglese più scarso. Sia mai che la licenzino per inefficienza. 
Che delusione, eppure avevo letto che per la fascite plantare l'agopuntura poteva essere risolutiva. Va beh, negli anni  ho imparato la lezione mai cercar di far cambiare idea ad un cinese durante la stessa conversazione, impossibile. Magari torno la prossima settimana mi metterà  gli aghi e voila' sarò guarita. Oggi si vede che di piedi non ne vuol sentir parlare. Non gli va! E dire che avrei pure lo smalto!
Ok allora passo al secondo argomento: la cervicale. Si illumina, e alzandosi con impeto inizia ad arrotolorsi le maniche del camice che rivelano al fondo due manine pallide e minuscole. Sottodimensionate. La mia concentrazione e' svanita, rapita dal particolare di quelle due manine che mi sembrano quelle dei miei figli in adolescenza.
In breve senza neppur accorgermi mi trovo stesa prona con la faccia conficcata nel buco del lettino medico. Le buffe manine ahimè si rivelano tenaglie. Partendo dal palmo della  mia mano stesa inerme risalgono per tutto il braccio provocandomi con la digito pressione una serie di scariche elettriche, lievi non dolorose ma strane, mai provato prima questa sensazione di vibrazione interna che si collega alla testa. 
Arrivate al collo le manine si arrotolano su loro stesse a mo di pugno e pian piano ma neppure pianissimo salgono fino alle testa e lievemente mi colpiscono. Sto pagando il guru perché mi picchi arruffandomi i capelli? Sono certa che Marito mi dirà che lo farebbe lui volentieri gratis!
Non posso dire di averle prese no, sarebbe eccessivo però è stata un'esperienza surreale. Le nocche premevano il cranio  e poi lo lasciavano improvvisamente. La percezione del sangue che fluiva nella testa diventava sempre più visibile. Davvero strano, non saprei che altro aggettivo usare. Chi soffre di mal di testa sa che premendo le tempie si prova talvolta un senso di sollievo. Ecco era un po' così ma faceva anche un po' male e poi bene di nuovo.
Mezzo stordita dall'imprevedibile trattamento al limite del sadismo ma ancora capace di parlare pongo al guru una domanda che a ripensarci ha a dir poco del ridicolo. Si vedranno i lividi? 
E lui in tutta naturalezza ma continuando il leggero martellamento sul mio scalpo risponde "sotto i capelli no". Ah beh è già qualcosa. Va avanti così per mezz'ora abbondante, ma dove trova tutta sta forza sto ometto no lo capisco.
Prima di lasciarmi in pace a riposare qualche minuto sotto una coperta il dottor Xia' compie un gesto a metà tra il tenero e l'imbarazzante. Mi sistema i capelli con la delicatezza che si usa con i bambini piccoli e poi scompare. 
La segretaria mi dice che lo rivedrò sabato prossimo. Beh ci devo pensare diciamo. Devo capire come va la settimana col mal di testa e metabolizzare l'esperienza ancora un po', condividerla con gli amici e riderci sopra. 
Nel frattempo mi conduce verso l'ascensore e la vedo premere decisa il tasto del secondo piano. Le faccio presente che mio marito mi aspetta al piano terra (che qui si chiama primo piano) ma lei imperterrita nel suo sorriso mi dice che il secondo piano va bene per me. Stavolta mi arrendo, andiamo a sto benedetto secondo piano e facciamola finita.
Bene le porte si aprono e scopro che li c'è il centro nevralgico dell'ospedale, tutto un pullulare di pazienti ed infermiere accoppiati uno ad uno. A quel punto mi spiegano che normalmete prima si sale al secondo piano poi si compila il questionario, si paga e solo quando viene assegnata un infermiera inglese parlante si può andare dai medici con l'ascensore apposito che non è affatto quello che ho preso io prima finendo dalla parte opposta dei reparti.
E che cavolo, potevano almeno dirmelo le tre bertucce della reception no? 

mercoledì 12 agosto 2015

Ricominciamo

Ricominciamooooo??? Gridava Pappalardo negli anni 70 e grido anch'io per darmi la carica a vivere un altro anno nella terra dei rutti e degli sputi (pardon del tè verde e della seta)...
Ricominciamoooo? Si' dai che è' un attimo ed è Natale mi ha detto oggi al telefono un'amica di merende espatriata come me...
Ricominciamooooo? Ma certo! Perché andare a scuola il 13 agosto cosa vuoi che sia? Ho detto oggi ai miei figli che alle sei e venti, orario di sveglia, eran tuonati come delle campane di montagna ed allegri come un orso svegliato con una svecchiata di ghiaccio dal letargo. 
E poi cosa volete cara prole ognuno ha le proprie  fatiche, vostro padre col giovane collega sinoamericano lanciato in una competizione serrata (a cui partecipa da solo ma forse non se ne rende conto poveretto)  per apparire vincente su tutti i fronti, vostra madre con una serie di questioni più da Cenerentola (e per questo piuttosto frustranti) che vanno dal combattere in casa l'infestazione di millepiedi pungenti che se ti pinzano sono urla e dolori, la spesa ai 4 capi della città, comodo eh?, la scomposizione delle valige che sembrano aver quintuplicato il contenuto, l'aria condizionata che funziona(va) ma ora ha deciso di mollarci ai 31 gradi con un tasso di umidità che fa invidia solo alla Foresta amazzonica.
Ricomnciamoooo?...Siii dai, facciamo finta di niente, che non scrivo da un po' non perché mi ero disamorata del blog ma perché ho inciampato negli eventi della vita. Fa figo eh detta così? Banalmente un paio di volte ho pure scritto ma poi non riuscivo ad inserire le foto e giorno dopo giorno mi son dimenticata, ecco la verità.
Ricomiciamoooo???? Buona vacanza amici cari super invidiati perché siete ancora tutti al mareeeee!!!!
Almeno abbiate la grazia di dirmi di siiiiii!!!!!